Gli ambientalisti dalla Costa Orientale del Lago hanno preso la parola in difesa dei bacini e contro la deforestazione

 
Una marcia variopinta in cui hanno partecipato gli ambientalisti e le istituzioni della Costa Orientale del Lago, hanno fatto una camminata per le strade di Ciudad Ojeda, da Piazza Bolívar a Palazzo sede delle Autorità Pubbliche del Comune di Lagunillas, in totale rifiuto delle pratiche ecocide che hanno avuto luogo nella regione, soprattutto nelle sorgenti dei fiumi, che ha causato la più lunga siccità negli ultimi decenni.
La finalitá è farsi ascoltare e chiamare ad una riflessione collettiva per che tutti si uniscano nella difesa dei bacini idrici dello Stato Zulia, che è un modo per difendere la vita degli umani e non-umani che viviamo in questo spazio. Queste iniziative vengono accompagnate dal Governo Bolivariano del Zulia e il Ministero del Potere Popolare per l’Ambiente.
 I serbatoi di Burro Nero e Machango sono stati danneggiati dalla deforestazione che sta avvenendo con lo scopo di favorire il disboscamento illegale e la coltivazione della Malanga, impoverendo i suoli e generando, in catena, deplorevoli squilibri ambientali.

Giovanny Ortiz, membro della squadra che coordina il Parco Eco-Turismo Refugio di Dantas, che si trova nella zona di riserva Foresta di Burro Negro, afferma che: “stanno distruggendo tre ettari di bosco ogni giorno, causando la perdita di bacini e provocando la terribile siccità. Negli ultimi dieci anni, ogni mese, hanno tagliato oltre 500 alberi di Mogano, Ceiba Rossa e Cedro”.

Nella marcia è stata espressa l’opinione che il deficit idrico che confronta il Zulia dovrebbe servire a generare un cambiamento di cultura nel cittadino e che porti ad un uso razionale del vitale liquido; questo accompagnato con punizione per le prese illegali e le azioni che minacciano i bacini idrografici. “Basta di impunità ambientale, la deforestazione e la coltivazione della Malanga non devono continuare nello Stato,” ha detto Giovanny Ortiz.

Allo stesso modo è stato annunciato che nel mese di agosto sarà approvato all’interno legislatura regionale la Legge per la Conservazione e l’Uso Razionale delle Risorse Idriche dello stato Zulia, uno strumento che include nelle sue disposizioni il divieto della coltivazione della Malanga nello stato.

 

L’attività si è conclusa con la presentazione di una proposta al Governo Municipale di Lagunillas, in modo di generare azioni, localmente, in difesa dei serbatoi e i bacini, che fermino la deforestazione e la coltivazione della Malanga nella zona.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Fanny Reyes – giornalista ambientalista venezuelana | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Marcha de los ambientalistas en Lagunillas. Ambientalistas de la Costa Oriental del Lago toman la palabra en defensa de las cuencas y contra la deforestación

Una colorida marcha que congregó a ambientalistas e instituciones de la Costa Oriental del Lago, recorrió las calles de Ciudad Ojeda, desde la Plaza Bolívar hasta el edifico sede de los Poderes Públicos del municipio Lagunillas, en frontal rechazo a las prácticas ecocidas que se vienen produciendo en la región, principalmente en las nacientes de los ríos, lo cual ha provocado la más larga sequía de las últimas décadas.

Hacerse escuchar y convocar a una reflexión colectiva para que todos se unan en la defensa de los reservorios de agua del estado Zulia, que es una forma de defender la vida de humanos y no humanos que convivimos en este espacio, es el propósito de estas iniciativas que están siendo acompañadas por la Gobernación Bolivarianadel Zulia y el Ministerio del Poder Popular para el Ambiente.

Los embalses de Burro Negro y Machango han sido vulnerados por la deforestación que se viene produciendo para favorecer la explotación ilegal de la madera y el cultivo de la  Malanga, empobreciendo los suelos y generando, en cadena, lamentables desequilibrios ambientales. 

Así lo puntualiza Giovanny Ortiz, del  equipo que coordina el Parque Eco-Turístico Refugio de Dantas, ubicado en la zona de reserva forestal de Burro Negro: “están acabando con tres hectáreas diarias de bosque, así se pierden las cuencas y se causa la terrible sequía. Durante los últimos diez años, cada mes, se han talado más de 500 árboles de Caoba, Ceiba Roja y Cedro”.

En la marcha se expresó que el déficit de agua que confronta el Zulia debe servir para generar un cambio de cultura en el ciudadano que conduzca al uso racional del vital líquido, acompañado esto de las sanciones ante las tomas ilegales y las acciones que atenten contra las cuencas hidrográficas. “Basta de impunidad ambiental, la tala de árboles y el cultivo de Malanga no continuarán en el estado”, señalaron los ambientalistas.

De igual manera se anunció que en el mes de agosto se aprobará en el seno del poder legislativo regional la  Ley para la Conservación y Uso Racional de los Recursos Hídricos del estado Zulia, instrumento que incluye en su articulado la prohibición del cultivo de la Malanga en la entidad.
La actividad culminó con la entrega de una propuesta al Gobierno Municipal de Lagunillas,  a fin de que en el ámbito local  se generen acciones en defensa de los embalses y cuencas, poniendo freno a la deforestación y al cultivo de la malanga en la zona.        

        
Fanny Reyes / Lenin Cardozo


Venezuela: La Via del Cacao, è la strada verso il cielo



Sono 57 Km tra passo di montagna (foresta pluviale) e tratti di litorale. É il percorso venezuelano di interpretazione più importanti dal punto di vista storico, geografico, botanico, zoologico, che per gli esploratori esperti o alle prime armi ed escursionisti è un privilegio di conoscere. É la strada che unisce due popoli unici, singolari: Turmero e Chuao, e per arrivare lí dobbiamo superare la catena montuosa del Venezuela centrale chiamata Henrry Pittier Park, che copre una superficie di 107.800 ettari, situata nel nord della regione di Aragua, che comprende gran parte della costa di Aragua e la zona montagnosa della regione Carabobo.

Questo percorso è stato per molto tempo, una strada utilizzata dal grande popolo del cacao Chuao (sulla costa di Aragua) per uscire dalla valle dove si trova la principale città della regione, Maracay. Oggi questa via, in alcune delle sue estrade bisogna riscoprirela perche la la foresta cerca di nasconderle per ingannare al turista.

Gli esploratori devono affrontare una topografia irregolare, composta da ripidi pendii e valli strette trasversali nel vertice nord. Tutto questo paesaggio brusco, accidentato appartiene alla catena montagnosa della Cordillera de la Costa, formata da rocce metamorfiche del Mesozoico, risalente al periodo Cretaceo, circa 70 milioni di anni fa. Ci sono anche rocce basiche e acide: i piccoli valli sono paesaggi della recente Quaternario. Questi paesaggi di montagna sono molto dinamici e si verificano frane con una certa regolarità in aree di forte pendenza, in condizioni di pioggia persistente.

Per gli osservatori di uccelli, è trovarsi con uno dei grandi santuari del mondo. Ci sono 520 specie di uccelli, pari a circa il 41,6% del uccello nazionale e il 6,5% delle specie di uccelli del mondo. Inoltre, è il passaggio aereo di molte specie migratorie, sia uccelli e insetti volanti. Altrettanto, è la patria di almeno 22 specie endemiche o limitati, alcune a rischio di estinzione, come il casco Curassow (Pauxi pauxi), topo acquatico endemico (Ichtyomys pittieri), cane da acqua marsupiale (Chironectes minimus), il giaguaro (Panthera onca), il puma (Puma concolor), “cunaguaro” ocelot (passeri Felis), scimmia urlatrice (Alouatta seniculus), tapiro (Tapirus terra), cuchicuchi (POTUS flavus) e la donnola (Eira barbara).

Per gli studiosi della flora, è l’opportunità di osservare “los herbozales” e le praterie costiere, boschi e foreste di latifoglie semi stagionali, boschi nuvolosi costieri. Sulle piste, foresta secca, foresta arbustiva seca, vegetazione di savana e foreste molto umide perennifogli transizionale con l’influenza marina. Nella alta montagna, selva nuvolosa e selva nuvolosa superiore. Umidità relativa molto alto, superiore a 1.000 metri sopra il livello del mare. I suoi abitanti più illustri ci accolgono: il nano “los chaparros” (Curatella americano virgiloides Boudichia), il majaguas (Heliocarpus sp) e palo maria (Triplaris sp) delle foreste di quote più basse. La benna o bambino (Gyranthera caribensis) della foresta nuvolosa come le palme macanilla (Bactris setulosa), canna da mulino (Chamedorea pinnatifrons) prapa (Wettinia praemorsa) e altre dei generi Geonoma, Hyospathe e Socratea. Le aracee, orchidee, bromeliacee e piperaceae evidenziano nel gruppo di piante epifite. Nel sottobosco stanno in primo piano i platanillos con diverse specie di heliconia.

Dopo una discesa aggressiva e inclinata si raggiunge la foresta costiera e da lí fino al paese emblematico di Chuao. Dove secondo la Regina Isabella di Spagna, è il luogo dove si produce il migliore cacao del mondo. Popolo di origine africana, che in quella mescolanza dei fiumi, spiagge, frutti di mare e il ritmo ipnotico dei tamburi, qualcuno pur ha pensato che è arrivato in paradiso.

La Via del Cacao, definitivamente è la strada verso il cielo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Perijaneros chiedono rispetto per la Sierra di Perijá e appoggiano il divieto di coltivazione della Malanga

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Centinaia di ambientalisti provenienti dai comuni di Rosario Perijá, Machiques e Jesús Enrique Lossada si sono aderiti alla marcia svoltasi a Villa del Rosario, per fornire appoggio alle azioni intraprese dal Governo Bolivariano del Zulia e il Ministero del Potere Popolare per l’Ambiente, con lo scopo di vietare la coltivazione di taro e fermare l’ecocidio comesso, senza precedenti, nella Sierra di Perijá che fino ad oggi ha devastato più di 2.000 ettari di foresta.
L’attività è stata condotta dagli ambientalisti, il sindaco del comune di Rosario Perijá, Olegario Martínez; rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, della Segretaria dell’Ambiente del Governo Regionale e membri dell’Ufficio Comunale, chi camminarono da Piazza dello Studente alla sede del Comune, dove si è svolto un atto di riflessione sui danni causati nella Sierra di Perijá dai «malangueros», favoriti dalle multinazionali impegnata nella produzione di patatine fritte fatte di taro, che è una merce di molto basso costo.

 

Allo stesso modo si sono materializzati espressioni di sostegno e di impegno per la conservazione della Serrania Perijanera ed impedire qualsiasi attività di disboscamento indiscriminato, la bruciatura e la deforestazione.

Il sindaco Olegario Martínez ha detto come “il governo, come il popolo e come la comunità” stanno facendo una chiamata alla coscienza di fermare l’azione ecocida contro ila Sierra di Perijá che hanno portato a diminuire il volume della falda acquifera. Allo stesso modo, il governo di Rosario di Perijá ha emanato un decreto che sarà presentato al Comune con lo scopo di intraprendere azioni che limitano la coltivazione della Malanga in questa giurisdizione.

Questa iniziativa è un evento senza precedenti che si terrà presso l’epicentro della subregione Perijá, al fine di facilitare una riflessione collettiva di un problema molto complesso. La Sierra di Perijá è l’unico patrimonio forestale dello stato in cui la conservazione delle foreste è una questione di massima priorità.
Il Zulia è lo stato di più siccità, perché è lo stato con meno foreste, da cui nascono le pozze d’acqua e i fiumi. Marciamo per fermare la deforestazione e vengano rimossi le colture che generano danni ai suoli e che ci hanno portato a situazioni che affrontiamo oggi, dove i serbatoi potrebbero ridurre le loro capacità a livelli allarmanti, a causa della siccità di affronta la regione.

Di fronte alle attività irregolari che minacciano il patrimonio naturale dello Stato, la legge sarà applicata in tutto il suo rigore, con il supporto delle forze militari con lo scopo di confiscare la produzione di malanga ed impedire e di evitare un ulteriore spargimento della coltivazione nella Sierra di Perijá e altre aree della regione, hanno sottolineato le autorità presenti alla marcia.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Fanny Reyes – giornalista ambientalista venezuelana | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Venezuela: Stazione Biologiche studieranno gli effetti del cambiamento climatico nelle foreste nuvolose e foreste costiere


 

La Stazione Biologica Rancho Grande, che si trova in Parco Henry Pittier nella città di Maracay, regione di Aragua e la stazione biologica dei Popoli di Acqua, che si trova presso il Centro di Educazione Popolare a Santa Rosa de Agua, nella città di Maracaibo, regione del Zulia, hanno concordato studiare gli effetti dei cambiamenti climatici nella foresta nuvolosa e nella foresta costiera nella regione centro-occidentale del venezuela in una fase iniziale.
I suoi direttori Ingegneri Pedro Delgado e Lenin Cardozo, espressarono che questa iniziativa ha anche lo scopo di chiamare le scuole e/o facoltà di scienze, ambientali forestali per adottare la proposta. Altrettanto invitano, ai ricercatori che studiano i cambiamenti climatici in diverse regioni d’America, per fare causa comune e insieme costruire una diagnosi per capire nel continente americano, il vero impatto di questo fenomeno climatico.
Quindi, si propone sviluppare programmi di ricerca sulla biodiversità associata al “manglar” della costa del Lago di Maracaibo e le coste di Aragua, le foreste nuvolose della Sierra de Perijá e del Parco Henry Pittier.
Le due istituzioni hanno accordato fare ulteriori studi sulle migrazioni, la biologia, censimenti di uccelli, incoraggiare lo scambio dei ricercatori, studenti e visitatori tra le due Stazion Biologichei. Sviluppare nuovi percorsi ecologici d’Interpretazione negli spazi acquatici e terrestri, tra le tante attività che voglio ricercare.
Infine rigraziano, il crescente interesse manifestato tutti i giorni ai mass media digitali, social network, giornali, radio e televisione, consentendo ai cittadini di essere informati e attenti a tutte le contingenze ambientali che stiamo vivendo nel nostro paese.
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile?

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America Latina ha una realtà continentale e subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o sub-continenti del mondo. La differenza fondamentale è nella ottica o prospettiva di vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i gruppi etnici che le abitano. Abbiamo il più grande polmoni vegetali, giungle e foreste del mondo cosí come la maggiore quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere.

Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a realtà diverse che meritano diverse strategie.
 Lo sviluppo sostenibile proposto dall’ONU, esprime la preoccupazione per l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più “equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America per approfondire “le considerazioni del caso”.

Questo approccio continua ad essere, fino ad oggi, la spina dorsale del pensiero ambientale e politico che ci ha governato.

Ma di quale generazioni future parla questa proposta?, delle generazioni future Latine o africane?

Questa tesi è la difesa  delle generazioni future, ma dei figli, nipoti e pronipoti che nascosno nei paesi sviluppati. A questi paesi non l’importa niente le nostre generazioni native, amerindi o fracicanas. Loro credono ancora nel pensiero unico, basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di esclusione.
 

America Latina, richiede un altro approccio, orientato alla crescita responsabile e multispecie. Ma per andare in questa direzione, dobbiamo iniziare la costruzione di un nuovo discorso o riflessione su tematiche ambientali, sulla base della nostra realtà. Perché fino ad ora, non siamo stati assertivi nelle soluzioni dei nostri problemi ambientali, perché la nostra logica per l’analisi è supportata dalla struttura concettuale di altre realtà ambientali.

Mi avvalo di una analogia musicale, per spiegarmi meglio. La musica fino alla metà del secolo XIX, non poteva che scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4, 4/4) che vengono utilizzati in marce militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in valzer Viennesi, tra gli altri. Data l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie e ternarie questi ritmi latini e/o africani, sono stati ripensati e sono stati creati i ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8, 11/8 … 17/8), che non è oltre che la somma o combinazione di diversi modi di ritmi binari e ternari, e d’allora è che hanno imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il mondo. Lo stesso accade quando si cerca di analizzare la realtà ambientale in America Latina partendo dai “ritmi marziali viennese”.
 

Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino-americano e per potere cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario ambientale. Ecco i dieci concetti.

  1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra vista dallo spazio.
  2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere le specie e il recupero di spazi distrutti.
  3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo, da una visione biogenerazionale.
  4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente.
  5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: è La capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse che attualmente ottengono dai territori dell’America Latina, Africa e Asia.
  6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta.
  7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che interagiscono nella loro comunità o ecosistema.
  8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell’atmosfera del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo tossiche prodotte nelle loro città.
  9. Mexatmosfera: È l’intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron.
  10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la biopirateria e l’incendio di alberi.
 

 

L’Amazzonia è il polmone del mondo, con la più grande foresta pluviale, il fiume più lungo, il flusso d’acqua potabile più grande del mondo e la più grande diversità di fauna e flora. L’impatto della desertificazione dell’Amazzonia è molto più che la generazione di terre secche e aride. E il più grande crimine  generazionale della vita planetaria.

Lenin Cardozo | ANCA24 – Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia.

America Latina ambientalista, al di là delle ideologie


 

America Latina è stata molto sfortunata nel fatto di copiare modelli politici europei. Noi latino amercani, ogni volta che copiamo sbagliamo, e con tendenza al peggio. Siamo stati felici prima che arrivasero al continente gli uomini a cavallo. Dal culto alla natura siamo diventati monarchici, poi repubblicani a volte, capitalisti, nazionalisti, socialcristiani, socialdemocratici, socialisti puri, comunisti utopici  o classici, imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno, di qualsiasi cosa dovevamo essere, infine, troviamo difficile di essere noi stessi.
 
E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno fino a 100 anni di “prova” nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come  articoli “fashion” che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato il marchio”.
  

Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato l’uguaglianza (che non ha ottenuta) e la Libertà (che ha calpestata). Qualora la destra tradizionale ha continuato difendere, ciò che conta è il diritto alla libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato. E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con l’uguaglianza.

Il sociologo inglese, Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali, riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centro-sinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è compreso solo dagli europei.

America, come continente,  porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti Hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente, senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta.

La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte elettorali.

, si tratta di una setta o una nuova religione. È l’unico modo, per apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Richiede di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo conservatore “senso comune” per un senso ambientalista innovatore.

L’essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà.

Proteggici come specie e la natura, è la sfida.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Un grande Zuliano: Il Parco Ecoturistico Grotte del Saman

Le grotte del Saman sono l’attrazione principale del Parco Ecoturistico che porta il suo nome. È un sistema di grotte di 18,2 chilometri di gallerie interconnesse, che attualmente rappresenta la più grande grotta in Venezuela, seguito dalla grotta del Guacharo che ha solo 9,5 km.
 
La grotta si i trova nel Sierra de Perijá, nel Comune Jesús Enrique Lossada nello stato di Zulia, finora si è riportato l’esistenza di 92 ulteriori cavità precedentemente sconosciuti dalla scienza. Vivono più di 5000 “Guacharos” –Oilbirds– (Steatornis caripensis), noto anche come uccello della grotta o uccelli oleosi.


Questi uccelli durante il volo notturno fuori dalle caverne, strappano il loro cibo principale (noci di palma) con il suo potente becco adunco. Durante il volo in grotte oscure, i guácharos impiegano un sistema di mira simile agli echi sonori, producendo udibile «click» con una frequenza di 7.000 cicli al secondo. Possono essere facilmente ascoltati quando sono in volo.

La grotta Il Saman fu visitata, la prima volta, da speleologi della Società Venezuelana di Speleologica, nel 1990. Nel 1992 la somma di gallerie di questa grotta superano i 10,2 km dalla famosa Grotta del Guácharo dello Stato Monagas. I lavori hanno incluso quattro anni di lavori sotterranei, che sono stati distribuiti su 7 spedizioni. Questo sforzo è stato fatto da un volontario durante i periodi di vacanza, senza il sostegno delle istituzioni ufficiali.

Nel 1994 si è ritenuto che topograficamente si aveva coperto quasi tutti i suoi passaggi e la Società ha continuato a esplorare altri importanti ambienti sotterranei della regione. Il tour della grotta è prevalentemente orizzontale e in alcune zone sono stati trovati livelli sovrapposti.

I tour possono essere attraverso le ampie gallerie e altre volte si entra in labirinti complessi. Uno degli ostacoli che hanno superato alcuni speleologi sono stati alcuni sifoni o condotti inondati dall’acqua. Si noti che il drenaggio sotterraneo è uno dei rischi per esploratori di questa caverna, dal momento che nella stagione delle piogge, la bocca principale rimane sommersa  occasionalmente dal importante flusso del fiume Socuy.

La grotta ha una grande importanza ecologica perché serve da rifugio per una grande colonia di guácharos (Steatornis caripensis). Questo uccello è molto importante per la diversità botanica delle montagne, dal momento che essendo animali frugivori servono come dispersori di diverse specie di piante. In futuro, alcune delle grotte del settore potrebbero essere minacciate da molti disboscamenti clandestini.

 

Il Parco Ecoturistico  Grotte del Saman si trova nella parrocchia José Ramón Yépez, nella zona denominata la Germania, che è a 1.200 metri sul livello del mare, avendo come riferimento  la diga il Diluvio di 20 chilometri, dalla città della Concepción, Sierra Arribay, fino alle grotte c’è una distanza di 45 chilometri. La strada non è asfaltata, ma è in buone condizioni. deve attraversare14 passaggi del fiume Socuy.

La prima grotta di questo sistema si chiama Cristalina, il suo nome scientifico è ZU30 ed ha una profondità di 50 metri in declino e la lunghezza 5 chilometri, con una temperatura media di 12 ° e due ingressi o gallerie.

Tra le grotte ci sono cascate fino a 30 metri di altezza. Il Parco Ecoturistico  Grotte del Saman è all’interno di un bosco di 30.000 ettari di foresta pluviale, il suo clima media è di 16° gradi di giorno e 12° di notte.

 

È l’habitat dell’orso occhialuto, l’orso formichiere, il pappagallo nero, tucano becco di arcobaleno, la tigre farfalla,  tigri di bengala, puma, pappagalli, cervi, tapiri, picures, tra gli altri. L’albero emblematico di questo parco è il cedro, caracoli e il guaiavo.

All’interno di questa spettacolare riserva Ci sono comunità indigene come etnia Japreira, chiamato anche «Motilones mansueti» e Wuayu, oltre a circa 750 famiglie di agricoltori di cacao, caffè, taro cinese, latte, banane, topochos,  annatto, yucca, avocado, arancione borojo , ananas, canna da zucchero, ecc.

Da questo suggestivo parco si contemplano due dighe: il Diluvio e i Tre fiumi, attraversano anche il fiume Palmar, Socuy, Lajas, Caño Colorado, Cachiri, Limón e Alto Guasare

Il Parco Ecoturistico  Grotte del Saman, un grande zuliano che ci riempie di orgoglio!.


 
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Parco Ecoturistico Rifugio di Dantas: Scoprirlo dà senso alla vita

Il Parco Ecoturistico Rifugio di Dantas è situato nella zona di riserva forestale Bacino Idrico Burro Nero, Comune Lagunillas, nell’oriente dello Stato Zulia, Venezuela. Scoprite questo bellissimo posto attraverso un vivace giro dei vari sentieri didattici progettati per la contemplazione e lo studio della diversità di flora e fauna in un’area di 120 ettari di foreste tropicali semi-aride e confinante con uno dei maggior serbatoi di acqua più importanti a nord della regione. 

Visitando il Parco Ecoturistico Rifugio di Dantas, i turisti saranno in grado di fare un giro di 1.400 metri, in circa un’ora, fermandosi in varie stazioni come “Interpretazione della Vita”, “Mirador Paesaggistico di Bacino”, “Caño delle Donne” e “La Majumba” l’albero che tocca il cielo, dove avranno il sostegno di esparti Ecoguida che rivelano le informazioni interessanti su la straordinaria varietà di alberi, varie specie di animali e l’importanza dei bacini idrografici.

Siamo acompagnati dall’ambientalista Francisco Arias Cárdenas, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Giovanny Ortiz, Mervin Fuenmayor della Fondazione Rifugio Dantas e Víctor Padrón Presidente INZUVI, Istituto per l’Edilizia e Habitat dello Stato Zulia.

 

 


Per raggiungere il parco non è richiesto nessun veicolo rustico, prendete autostradale Lara-Zulia ed entrate alla Diga di Burro Nero, a pochi metri trovarete un posto della Guardia Nazionale, lì vi indicaranno. Da questa posizione fino al parco non c’è più di 1 km.

Il Parco Ecoturistico Rifugio di Dantas è frutto dello sforzo di giovani entusiasti e difensori della natura che ha permesso che una zona di Reserva Forestale di Burro Nero oggi può serviré per la contemplazione e lo studio della flora e della fauna.

I Parchi Ecoturistici hanno lo scopo principale di promuovere la conoscenza e la sensibilizzazione tra i visitatrori della necessità di proteggere e preservare la natura.

 


Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Ambientalistas del Zulia despiden el mes de julio tomando las calles para llamar la atención sobre la desforestación y la sequía

 

Grupos ambientalistas de los municipios de la Costa Oriental del Lago, Machiques de Perijá y Jesús Enrique Lossada, realizarán en actividades de calle en defensa de las cuencas hidrográficas del estado, afectadas por la deforestación, la cual ha traído como consecuencia el descenso alarmante en los niveles de los embalses y cuyos efectos ya comienzan a sentirse en toda la región zuliana. 
La sequía y altas temperaturas que padecemos son consecuencia directa de la destrucción paulatina de la masa forestal de la entidad. Autoridades Ambientales aseguran que “en el Zulia las cifras del daño ambiental son tan altas que apenas un 6% de la masa forestal original permanece intacta. Donde estuvieron bosques y selvas hoy encontramos enclaves ganaderos, plataneras, siembras de Palma Africana y Malanga; son palpables los efectos del conuquismo de los desplazados colombianos en la Sierra de Perijá que impunemente queman y destruyen ecosistemas y las deforestaciones para el aprovechamiento ilegal de la madera”. 
Los embalses Tulé, Manuelote, Tres Ríos, Burro Negro y Machango se han visto impactados por las prácticas ecocidas que se han cometido en las nacientes de los ríos que les tributan sus aguas. Caso emblemático el de la Malanga, cultivo depredador que se ha extendido en la Sierra de Perijá y en algunas zonas de la Costa Oriental del Lago, a fin de producir materia prima barata para los consorcios transnacionales dedicados al negocio de las papas fritas y otros rubros de la llamada “comida rápida”, atentando de manera flagrante en contra de nuestra soberanía y dejando lamentables secuelas ambientales. 
En el ámbito gubernamental el Ministerio del Poder Popular para el Ambiente emitió en fecha reciente una resolución que prohíbe la siembra de la Malanga en las cuencas altas y medias de la Sierra de Perijá; otro tanto ha adelantado el Gobierno Regional al solicitar, ante el Consejo Legislativo, que dicha prohibición abarque a todo el territorio del Zulia y que sea plasmada en la Ley para la Conservación y Uso Racional de los Recursos Hídricos del estado Zulia. 
Entre tanto las organizaciones y colectivos ambientalistas y ecologistas desarrollan acciones de concientización frente a la deforestación y en rechazo a quienes incurren en estas acciones ecocidas que afectan la vida de todas las especies, incluyendo a los humanos. El llamado es a todas las instituciones, asociaciones ambientalistas y comunitarias a unirse a estas acciones, convocando y participando en defensa de las cuencas hidrográficas y de la conservación del agua como recurso vital, exigiendo el cese definitivo de la deforestación y el cultivo de la malanga en todo el estado Zulia. 
Fanny Reyes / Lenin Cardozo